mercoledì 6 giugno 2012

Transito di Venere, Cronache Marziane e la Fine del Mondo.

Non è un post che parla di fantascienza. E' più una piccola appendice di vita e di memoria che mi è venuta così sul momento, e molti di voi avranno già capito perchè: è in memoria di Ray Bradbury, che possiamo definire tranquillamente uno dei padri della Fantascienza moderna ma soprattuto uno degli scrittori più influenti di tutto il Novecento. A novant'anni e non so ancora per quale disagio si spegne questo genio della scrittura, e non possiamo fare altro che fa spazio alla tristezza e piangerlo, per quanto possiamo.

Ora, tra Lunedì ed oggi si è parlato tanto di allineamento planetario e transito di Venere, con la bella pretesa che il mondo sarebbe finito in data di ieri, secondo quanto riportato dai notiziari, che riportavano l'Apocalisse Maya anticipata al 5 Giugno 2012.
Che poi, ci hanno detto che il mondo sarebbe finito ma non ci hanno meglio specificato il come, il perchè e il cosa e molti, tra cui il sottoscritto, se la sono immaginati col mondo che esplode tipo Krypton o Namecc, col terreno che si sgretola e la crosta terrestre che parte come un tappo di champagne. Sai che figata?
Ma alla fine ogni Apocalisse, come noi tutti abbiamo imparato assieme a cateschimo giustamente, più che una catastrofe è una rivelazione. Una specie di Capodanno ma con tutti i significati della vita intrinsechi che tu povero sfigato ti devi andare a cercare da solo.
Allora parliamo di questo transito di Venere, di questi tre giorni che ho passato in serena allegrezza: chiuso in caso davanti al computer, dormendo quattro ore a notte quasi giocandomi gli occhi  e neanche per ragioni specifiche. Così, giusto per puro sadismo.
Ne sono successe di cose: è finita la seconda stagione di Game of Thones (e ne parlerò in un post), c'è stato un bell'E3 (e ne parlerò in un post). Ed è morto Ray Bradbury, e ne parlerò in un postcioèquesto.

Che poi io a Ray Bradbury mica lo conoscevo bene, non ci siamo mai scambiati letterine nè abbiamo mai diviso il pranzo assieme e, cosa più importante di tutte, io ho letto solo un suo libro.(Per intero, si intende: ho avuto modo di avvicinarmi alle Cronache Marziane per un pò ma non le ho mai finite. Questo perchè, come sottolineerò sempre, sono un pessimo lettore).
Lessi quindi Fahrenheit 451. Lo lessi costretto dalla scuola, mi piacque e poi lo adorai, divenne uno dei miei libri preferiti e io per tutta risposta non lo ho mai più letto, ma me ne ricoro dei pezzi a memoria come fossero cartelloni pubblicitari appesi davanti alla finestra di casa mia.
E quindi, dopo aver concluso questo post, sarà doveroso e melenso citarne un passo che mi piace tanto. Quella cosa sgradevole e molliccia della stessa consistenza del discorso ad un funerale, ovvero la citazione postuma.
Che poi certa gente credeva che Bradbury fosse già morto (tipo me fino a due anni fa, quando Wikipedia mise a rogo la mia ignoranza). E infatti se ne è andato a novant'uno anni e a nonvant'uno anni la gente si dimentica di te o come minimo si aspetta che tu viva per sempre. Poi arriva la Fata Madrina, ti toglie il cuscino da sotto la testa mentre dormi, ti sorride e ti dice: "Sveglia stronzo, Ray Bradbury è morto."
C'è un qualcosa di strano e sinistro nella Apocalisse, un motivo per cui la gente ne ha paura, ovvero la sistematicità dei segni che le accompagnano.
L'Apocalisse di Giovanni è accompagnata dalla rottura dei Sette Sigilli, poi dal suono delle sette trombe e poi non ricordo bene cosa ma alla fine se ne vanno tutti a Nuova Gerusalemme tipo coro da stadio a far casino.
Così anche quest'Apocalisse, che magari non è stata ieri come non è stata il 1°Gennaio del 2000 o il 6 Giugno del 2006 o in tutte le date che Nostradamus si era segnato sulla sua Timeline di Facebook... ma che ci sarà, prima o poi, perchè l'Apocalisse è cambiamento e il mondo necessita di cambiare e lo sta facendo.
Alla terra non importa se tu costruisci case o città, sei ti compri la macchina nuova o, perchè no, ti dedichi ad un nuovo libro. No, la terra continua a girare, ruotare su se stessa, ruttare lava e scuotersi, grattarsi via vecchi pezzi di crosta terrestre. E allora eccoli che arrivano i terremoti, i maremoti e cazzivari e che la tua città e la tua casa crollano e tuo cugino finisce schiacciato sotto una trave (No, non mi è morto nessun cugino e so che nella mia brutalità starò offendendo o scandalizzando qualcuno, chiedo scusa. Ancora condoglianze per tutte le vittime del terremoto in Emilia.)

Ma la terra è terra, alla fine. Le case sono case e la gente potrà sempre ricostruirle, ma quello che la gente non può sottostare è la perdita di una vita e di tutto ciò che essa rappresentava.
E' un qualcosa di inevitabile e di naturale e di assolutamente terrificante.
Del resto ciò di cui sei fatto è la stessa cosa di cui sono fatte case, piante, terra, stelle e pianeti e durerà per sempre (o per abbastanza a lungo per definirlo tale).
E' ciò che sei che finisce, e te ne devi rendere conto qualche volta.
Che sia poi un familiare o un genio che con la sua creatività ha illuminato le vite di molti.
I sette sigilli, o le sette trombe, di questa Apocalisse sono Ralph McQuarrie, Jean "Moebius" Giraus, Maurice Sendak, Eduard Khil (si, Mr Trololo :D) e Ray Bradbury e molti altri di cui sto molto irrispettosamente dimenticando il nome. Astri che si spengono per darne vita ad altri, in modo magari un pò brutale ma necessario, diciamocelo. Possano riposare in pace e vivere per sempre.

Auguro una serena Apocalisse a tutti voi! E buona serata.

"Permettete?"
"Oh, scusatemi." Montag gli porse il volume.
"Da quanto tempo!... Non sono un uomo religioso, ma da quanto tempo non ne vedevo più una!" Si pose a sfogliarlo, soffermandosi ogni tanto a leggere qua e là. "E proprio come la ricordavo. Signore, come l'hanno cambiata nei nostri "salotti" al giorno d'oggi! Cristo è uno della "famiglia", ora. Mi domando spesso se il buon Dio riconosca il Suo proprio Figlio sotto i panni con cui l'hanno camuffato, mascherato. Un vero e proprio bastoncino di menta piperita, è ormai, tutto zucchero filato e saccarina, quando non lo si colga nell'atto di fare velate allusioni a certi prodotti commerciali, di cui ogni fedele abbisogna assolutamente."
Il vecchio annusò il volume.
"Sapete" proseguì "che i libri hanno un po' l'odore della noce moscata o di certe spezie d'origine esotica? Amavo annusarli, da ragazzo. Signore, quanti bei libri c'erano al mondo un tempo, prima che noi vi rinunciassimo!"
Faber continuava a voltar le pagine.
"Signor Montag, voi avete davanti un vigliacco. Io vedevo la piega che stavano sempre più prendendo le cose, ma molto tempo fa; ma non ho detto nulla; sono uno degli innocenti che avrebbero potuto parlare chiaro e tondo quando nessuno era disposto a dar retta al "colpevole", ma non ho aperto bocca, diventando così colpevole a mia volta. E quando finalmente si giunse a organizzare legalmente il rogo della carta stampata, con la creazione delle milizie del fuoco, brontolai un poco e poi tacqui, perché ormai non c'era più nessuno che brontolasse o urlasse al mio fianco. Ora, è troppo tardi."
[...]

"Che cosa vi ha scosso totalmente? In che modo la torcia vi è stata strappata di mano?"
"Non lo so. Abbiamo tutto quanto occorre per essere felici, ma non siamo felici. Manca qualche cosa. Mi sono guardato intorno. La sola cosa che abbia visto mancare positivamente sono i libri che io avevo bruciato in questi ultimi dieci o venti anni. E allora ho pensato che i libri forse avrebbero potuto essere utili."
"Voi siete un romantico irrimediabile" disse Faber. "Sarebbe una cosa buffa, se non fosse tragica. Non sono i libri che vi mancano, ma alcune delle cose che un tempo erano nei libri. Le stesse cose potrebbero essere diffuse e proiettate da radio e televisori. Ma ciò non avviene. No, no, non sono affatto libri le cose che andate cercando. Prendetele dove ancora potete trovarle, in vecchi dischi, in vecchi film, e nei vecchi amici; cercatele nella natura e cercatele soprattutto in voi stesso. I libri erano soltanto una specie di veicolo, di ricettacolo in cui riponevamo tutte le cose che temevamo 'di poter dimenticare.
Non c'è nulla di magico, nei libri; la magia sta solo in ciò che essi dicono, nel modo in cui hanno cucito le pezze dell'Universo per mettere insieme così un mantello di cui rivestirci."
tratto da "Fahrenheit 451", parte seconda "Il crivello e la sabbia."

4 commenti:

  1. Bel post, molto intenso, davvero. Conoscevo l'autore di nome e per fama, ma il fatto che non mi piaccia affatto la letteratura fantascientifica non mi ha mai spinto a leggerlo, quindi non mi posso esprimere più di tanto. Solo un pensiero: perchè non è toccato a quell'insulsa Stephenie Meyer? Il mondo continua a girare... in modo sbagliato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti risponderò mettendotela su un piano positivo: penso che Ray Bradbury avesse finito il suo compito, e aveva già rimepito il mondo di idee e storie meravigliose. Aveva avuto una vita piena, si può dire.
      La Meyer invece deve campare ancora a lungo per rendersi finalmente conto di essere una capra biblica, e rodersi il fegato per il resto dei suoi giorni.

      Elimina
    2. Purtroppo il suo ragionamento sarà: ho guadagnando scrivendo ciò che cacavo, chi se ne frega? La morte della cultura è dovuta a questo ragionamento. E qui ci sta una citazione di un film che ben conosciamo: "O si muore da eroe o si vive tanto a lungo da diventare il cattivo."...

      Elimina