venerdì 7 giugno 2013

Una valida e accurata spiegazione del perchè Michele Zarrillo mi abbia impedito di perdere la sanità mentale

Nei pochi attimi di lucidità che la mia mente concede alla critica e riflessioni, in questi giornate di giugno così sciape e monotone, sono riuscito a formulare una deduzione su uno degli aspetti della mia vita che più di tutti mi sta destando non poca preoccupazioni.
Uno degli aspetti che più di tutti viene pronosticato e maledetto all'interno dei film dedicati ai bambini o  che si rivolgono alla fascia infantile è l'incombenza immane della crescita, della maturità e della fine di quell'età che  circonda una serie di ricordi piuttosto spensierati, a cui questi film lasciano il monito di rimanere attaccati per il resto della vita.


giovedì 6 giugno 2013

La Mail

E io sono a qui rispondere ad una mail e mi ritrovo in quel momento in cui dovrei iniziare a tirare in ballo una serie di ringraziamenti, di riguardi, di riflessioni interiori e mi accorgo che non ho niente da dire. Non riesco ad andare avanti e concludere sta cristo di e-mail. E mi sale la rabbia perchè mi vien da pensare: cazzo, anche nei momenti più bui e malmessi della mia vita ho sempre almeno avuto la faccia tosta di saper rifilare qualche bel consiglio anche tarocco ma attinente al tema. Anche nell'afosa estate del 2011, o alle due del mattino dopo una sbronza QUALCOSA saltava sempre fuori.
E io sono con almeno tre righe da compilare con con auguri che non conosco e riflessioni su me stesso che non ho, ed è uno schifo.
Ed è lo stesso identico motivo per cui non riesco più a tirare su un blog, a finire un disegno o mettere insieme un pensiero o un discorso decente in cui riesca ad esprimere un pensiero senza dover ricorrere a faccine sorridenti di sta minchia o a qualsiasi forma di linguaggio internettiano che ha avvelenato il mondo ed ha avvelenato me. Ho smesso di comprendermi, e di comprendere gli altri. E' come vivere la propria vita a pezzi.
E se lascio incompleta questa mail anche stasera sarà un monito a questo mio fallimento.