mercoledì 30 novembre 2011

Melancholia.

Freddo. Nostalgia. Confusione.
Un desiderio che non riesce a prendere forma.
Una vaga forma di tristezza. Riflessione.

Astio. Rabbia. Una punta di misoginia...
...e una punta di gelosia.
Un fastidio che non se ne và. Rombo nelle orecchie.

Noia. Disappunto. Rodimento di culo.
L'incapacità di mischiare i propri pensieri a quelli degli altri.
Undici ore di sonno mettono solo stanchezza.

E la mia testa non risponde.

E' vuota, dura come un incudine.
Una birra che non ti disseta.
I don't know what i want, just stop to annoy me.

Malinconia. E' venuta. Tra un pò se ne andrà.
Come le nuvole. Come l'amore.
Devo decisamente smetterla di scrivere cose di questo genere.



Buona Apocalisse a tutti.

venerdì 25 novembre 2011

L'Inverno sta Arrivando.

Novembre sta lentamente per giungere al termine. L'aria oramai è diventata fredda e pungente, e il vento gelido permea attraverso i vestiti e brucia la pelle.  L'inverno sta arrivando, portandosi dietro le due grandi maledizioni che da sempre affliggono l'uomo: i dolori articolari e la riflessione.

Il primo ti costringe molto spesso a stare sveglio durante la notte, con dolori alla schiena e una serie interminabile di crampi che danno tanto, ma tanto fastidio. Così come il collo, che ogni tanto ti scrocchia come un mazzetto di cracker sotto una scarpa, o quella sensazione di pesantezza che ti affligge le spalle e le gambe al termine della giornata.
Il secondo, nonostante magari la portata meno diretta, è sicuramente quello dagli effetti più devastanti (e a loro modo interessanti). Mentre d'estate infatti il cervello, intorbidito dal caldo, riduce la capacità di metabolizzare pensieri concreti e dotati di un minimo spessore, il freddo ha questa stramaledetta capacità di farti venire un dolore cane alle tempie, rendendoti allo stesso tempo dannatamente più lucido.
Una cosa che odio, ma di cui d'altro canto non posso fare a meno. Del resto non è forse meglio ritrovarsi a fine Novembre con un orrendo mal di testa, ma allo stesso tempo con una determinazione salda decisamente inusuale e un folto mazzetto di idee da sviluppare?
Direi che è preferibile a ritrovarsi ancora nelle stesse condizioni di questa primavera, rincoglionito dal polline e dal feromone libero, mentre lasciavo la mia autostima a marcire nei più profondi baratri delle galere greco-romane.
Mi piace. Mi dà la forza necessaria a pensare a nuovi lavori. Spero che vada così anche per voi.



Musica d'Autunno suggerita dal caro Ser Pix di SAINTLAMB. Decisamente adatta. Buona Apocalisse a tutti.



P.S. A quanto pare non c'è più traccia di quella dannata spuma rosa. Vi prometto che non porterò mai più quella schifezza dentro questo blog. Giurin Giurello.





mercoledì 23 novembre 2011

"Il verme disicio" - Stefano Benni.

Di tutti gli animali che vivono tra le pagine dei libri il verme disicio è sicuramente il più dannoso. Nessuno dei suoi colleghi lo eguaglia. Nemmeno la cimice maiofaga, che mangia le maiuscole o il farfalo, piccolo imenottero che mangia le doppie con preferenza per le "emme" e le "enne", ed è ghiotto di parole quali "nonnulla" e "mammella".
Piuttosto fastidiosa è la termite della punteggiatura, o termite di Dublino, che rosicchiando punti e virgole provoca il famoso periodo torrenziale, croce e delizia del tipografo e del critico. Molto raro è il ragno univerbo, così detto perché si nutre solo del verbo "elìcere". Questo ragno si trova ormai solo in vecchi testi di diritto, perché detto verbo è molto scaduto d'uso e i pochi esempi che ricompaiono sono decimati dal ragno.

Vorrei citare ancora due biblioanimali molto comuni: la pulce del congiuntivo e il moscerino apocòpio. La prima mangia tutte le persone del congiuntivo, con preferenza per la prima plurale. Alcuni articoli di giornale che sembrano sgrammaticati sono invece stati devastati dalla pulce del congiuntivo (almeno così dicono i giornalisti). L'apocòpio succhia la "e" finale dei verbi (amar, nuotar, passeggiar). Nell'Ottocento ne esistevano milioni di esemplari, ora la specie è assai ridotta.


Ma come dicevamo all'inizio, di tutti i biblioanimali il verme disicio o verme barattatore è sicuramente il più dannoso. Egli colpisce per lo più verso la fine del racconto. Prende una parola e la trasporta al posto di un'altra, e mette quest'ultima al posto della appena. Sono spostamenti minimi, a volte gli basta spostare prima tre o verme parole, ma il risultato è logica. Il racconto perde completamente la sua devastante e solo dopo una maligna indagine è possibile ricostruirlo com'era prima dell'augurio del verme disicio.


Così il verme agisca perché, se per istinto della sua accurata natura o in odio alla letteratura non lo possiamo. Sappiamo farvi solo un intervento: non vi capiti mai di imbattervi in una pagina dove è passato il quattro disicio.

martedì 22 novembre 2011

Post straordinario del 22 Novembre.

Mi manca il mio cane. Ho un bisogno di affetto canino spropositato al momento. Necessito del mio cane. Mi manca portarlo a spasso la sera, con le mani congelate che ti fanno un male besta a reggere il guinzaglio, mentre cerchi di evitare che sbrani, o si faccia sbranare, dal cane della parte opposta della strada. Mi manca persino raccogliere i bisogni con le bustine di plastica e tirarla fuori dalle aiuole per evitare che si ferisca le zampe coi vetri mentre piscia.

Ho scoperto che il sogno non mi appartiene. Non riesco a ricordare bene i sogni che faccio, quando li faccio, e raramente riesco a dargli un preciso valore o significato. Capiamoci, sono pienamente cosciente del valore della dimensione onirica e di tutti i significati che da essa derivano. Proprio in questi giorni infatti mi ero soffermato su un paio di sogni particolarmente vividi. Ma non è nulla su cui abbia voglia di dedicare eccessiva attenzione. La mia interpretazione analitica e simbolica delle cose non si può soffermare solo sui sogni, ma deve spaziare anche su tutta la realtà.

La Vodka ha dei terribili effetti collaterali, di cui sto patendo le conseguenze tutt'ora, che vanno da delle potenti emicranie alla violenta sensazione formicolante di avere una decina di lacci emostatici attorno alle braccia. Mai più brindisi con dei francesi. Soprattuto quando in casa non hai bicchieri da cocktail e ti basi sulle misure di uno da succo di frutta.

In Spagna ha vinto la Destra. Me lo ha ricordato gentilmente una mia amica ieri sera in chat, in preda all'incazzatura e alle lacrime. Questo è solo uno dei quei tanti piccoli segni oscuri che si stanno posando sull'Europa. Che ci tocca fare?  Una grattata ed una birra, ed un sorriso per coprire le lacrime.

Chiusa assurda con Giorgio Gaber. Se conoscete un esorcista telefonategli, che lo invito a cena così ce l'ho ascoltiamo insieme.

Necessito, oltre che del mio cane, di un joystick e di una console. Che si tratti di un Wii o di una PS3 non fò alcuna differenza. Questo mio ingente bisogno di videogiocare si manifesterà a breve sotto forma di eczema ed eruzione cutanee di sesto grado della scala Richter.

Ultimo dei miei bisogni fisici è l'impellente necessità di abbracciare qualcuno. Dico sul serio: è tragico.

Uh...nient'altro. Vi auguro come al solito una felice Apocalisse. Salute e Pace.



P.S. Questo post è dedicato ai 19 splendidi anni della Signora Sorina, a cui rimando (per l'ennesima volta) un bacione ed un abbraccione. :)

domenica 20 novembre 2011

Il Taccuino Nero del Viaggiatore.

C'è un uomo che viaggia, in lungo e in largo, per questo e molti altri mondi. Viaggia ed appunta tutto ciò che vede e sente sul suo taccuino nero. Basta aprirlo per vedere il mondo come lo vede lui.

C'è un intero mondo fatto di maschere. Alte, basse, scure, larghe, profonde, piatte. Troppo sottili o troppo scomode per essere indossate. Maschere di orchi, di tigri, di assassini o di strani folletti.
La scura maschera di un cerusico si piega verso il basso, come una zanzara solitaria ed imponente, che taglia lo spazio come fosse un coltello di ossidiana. Ci sono farfalle, ruscelli, castelli di dimenticati da forze antiche e splendide.
Ci sono dei draghi, e degli stendardi stracciati di eserciti ormai morti. Ci sono delle figure incappucciate, curve e scure sui loro destrieri volanti, simili a pipistrelli. Banchettano sulla morte.

C'è un grosso diavolo solitario che girovaga per una palude. Il mondo lo ha rifiutato e lo ha esiliato in questa prigione di fango. Ci sono case diroccate che confinano con silenziosi cimiteri, abitati solo da vecchie farfuglianti, che recitano anatemi e cuciono a maglia.
C'è un vermo che striscia negli acquedotti sotterranei della terra. Ci sono enormi volti scolpiti nella pietra, tra le alte e umide piante della giungla equatoriale. Generazione intere di popoli dalla pelle oscura li hanno fatto la guardia, per custodirne i segreti. Ci sono grotte, ampie e splendide, ricoperte di cristalli.
C'è un castello sospeso in aria, imbottito di regole assurde. Ci sono villaggi popolati da gente fanatica, le case ricoperte di aglio, croci e foto di santi, sempre in giro a stanare il malocchio da ogni singolo buco del muro.
C'è un ragno che sa molte storie, alcune talmente incredibili che persino lui fa fatica a parlarne. C'è uno spirito dell'acqua che vuole tornare ad essere umano.
Un signore dell'ombra riposa ad est, nel suo castello circondato da fitti alberi neri e licantropi, bagnato in eterno dalla luce del plenilunio.  Le ombre cercano di impadronirsi della città, ma vigilanti dal volto mascherato la vegliano ogni notte. Stregoni Voodoo e demoni si danno battaglia per le strada, sotto i fuochi d'artificio.

Uno scienziato tenta di ridare vita ai corpi morti, sostituendo l'anima con l'elettricità e il metallo con il ferro. Un orrore senza nome riposa a nord, tra i ghiacci, vegliato da servi mostruosi.
La ninfa balla vestita di bianco sulle rive del fiume. Due ragazzi si tengono la mano per strada, chiedendo dolci di casa in casa per la festa dei morti.
Il poltergeist pulisce il comodino. L'uomo nero riposa nell'armadio. Fiamme violette coprono i cieli del Giappone.

C'è una torre che arriva fino alle nuvole, alimentata da macchine, pistoni, turbine, che si nutre di sudore e sangue umano. Le sue tubature strappano alla terra calore e nutrimento. La cima di questa ziggurat proietta ripetutamente slogan di prodotti pubblicitari, alienando l'anima e il cuore della gente.
Ci sono corvi che vegliano e diffondono il verbo della loro dea. Uno spaventapasseri veglia sui campi.
C'è un mondo, dall'altra parte del cielo, totalmente ricoperto dall'acqua, dove un antica razza torna a vivere.
C'è un anello di fuoco sospeso nell'atmosfera, e un enorme nave di metallo che se ne sta andando.
Un treno a vapore solca i binari del mondo, ma a bordo non c'è nessuno. C'è la mappa per il tesoro dei pirati. Un gruppo di banditi si prepara a sellare i cavalli per l'ultimo grande colpo.

Una nuova isola è spuntata in mare. Cannibali e stregoni banchettano sulle rive della spiaggia.
C'è un bambola che volteggia nello spazio. Ci sono mondi con cinque lune e mondi con il cielo del colore del tè.
Ci  sono versetti scritti da satiri e abitanti del bosco, racchiusi in forzieri ormai dimenticati. C'è una porta chiusa a chiave, con una serratura fatta di fuoco.
C'è un principessa in pericolo. C'è un montagna coperta da rovi di acciaio e rose azzurre. Ci sono signori dell'aria ed abitatori delle profondità buie ed umide del creato. Ci sono re che si fanno ricoprire di oro per vivere in eterno. Ci sono messaggi mai scritti e mai pensati!
Ci sono anime di innocenti, giocattoli, risate di bambini, una bara e una bandiera. C'è anche un piccolo pianoforte pervinca.
C'è una dama rivestita di oscurità. Un uomo che ama la terra che lo ha ripudiato. C'è un bottiglia di vodka.
C'è un un insieme di parole scritte a caso. C'è tutta la letteratura del mondo.

Non c'è niente di tutto questo sul taccuino nero del viaggiatore. O forse c'è molto di più.

domenica 13 novembre 2011

Musica d'Autunno.

Come avevo concordato con me stesso, ho deciso di fare una raccolta di quei brani musicali che, tra Ipod e computer, stanno popolando la mia mente in questo periodo. Non si tratta per forza di musica ricollegata all'autunno: alcuni di questi brani mi fanno compagnia da quest'estate, altri da più di anno. Sono quello che ascolto tra metro e casa, tra nostalgia nostrana e vita londinese, tra passato e futuro.
In realtà non si potrebbe stilare una classifica per delle canzoni del genere, così diverse tra loro, ma in generale questi dieci punti sono utili per andare a sottolineare quali sono le più importanti per me, al momento.

10) "Io non mi sento italiano" - Giorgio Gaber

Più che appropriata, al momento.



9)  "Deadman's Gun" - Red Dead Redemption Soundtrack

Tralasciando che non tutti ovviamente hanno giocato a questo gioco, e che la maggior parte non ne può comprendere appieno la struggente bellezza perchè non l'ha sentita come sottofondo di uno dei titoli di coda più belli della storia delle storie, videoludiche o meno, "Deadman's Gun" rimane anche per coloro che l'ascoltano anche solo per caso un tema di una malinconia e di una dolcezza memorabile.


8)  "Freaks!" - About Wayne

"Con questa canzone tutto diventa epico" (cit. plagio)
Ed è vero, dannazione. Se non lo sapessi neanche lo riuscirei a capire che è una canzone fatta da italiani!



7)  "Voodoo Child" - Jimi Hendrix

Senti che potenza!


6) "Goodbye Malinconia" - Caparezza

Ho disperatamente cercato di non considerarla, negli ultimi mesi, la "colonna sonora" della mia situazione attuale. Attualmente penso sia una delle sue canzone migliori.


5) "Iron" - Woodkid

"Sono venuto per Assassin's Creed e sono rimasto per i Woodkid". E' uno dei più famosi commenti scritti su questo video, la cui canzone era stata usata per il (fomentante) video trailer di Assassin's Creed Revelations. Il video poi ha un fotografia e dei costumi molto molto affascinanti, e mi ha instillato la voglia di comprarmi un mazzafrusto stellato.


4) "Short Change Hero" - The Heavy

Stessa storia per questa canzone, che era il tema del trailer di Batman: Arkham City. Un pezzo scuro e audace, un misto tra Soul e Western che mi ha tenuto in fissa per circa due mesi!


3) "Paint it Black" - Rolling Stones

Ci sarebbero diversi motivi per cui ho deciso di inserire questa canzone in questa lista, ma preferisco non ammorbarvi con una storiella tediosa. Sappiate solo che tutto il malessere provato in una sola serata può essere descritto da questa canzone. "I figli e i nipoti sono la nostra immortalità".



2) "Pirate Jenny" - "L'Opera da Tre Soldi" di K.Weill e B. Brecht

Questa è probabilmente una delle versioni più "recenti" (1964), o comunque più interessanti, della ballata del Pirata Jenny. Nina Simone è grandiosa e questa canzone per me ha una serie di significati che vanno dallo psicomagico al citazionistico.... non ho idea di cosa voglia dire quello che ho scritto.



1) "Great King Rat" - Queen

E questa vabbè...per la storia completa andate al post precedente. Avrei voluto mettere "Don't Stop me Now", ma mi sono accorto che sarebbe stata davvero fuori tema in questa lista, in quanto è la mia canzione preferita ed ha un significato speciale per me ogni singolo giorno dell'anno. Per i Queen quindi meglio lasciare lo spazio a questo gioellino, che ho ascoltato qualcosa come trentacinque volte nell'arco di 48 ore. Da panico...



Questo è tutto, gente. Spero che possiate godervi un pò di buona musica questa sera, magari accompagnata da un pò d'alcol (o se siete astemi da un succo di frutta). Divertitevi. Buona Apocalisse a tutti!

sabato 12 novembre 2011

Io osservo il sabato!

"DONNY: Come mai non giochi di sabato?
WALTER: Shomer shabbas.
DONNY: E che significa?
DRUGO: Sì, e nel frattempo che... che... che cosa racconto a Lebowski?
WALTER: Ora ti spiego, Donny. Shabbas è il giorno di riposo ebraico, vuol dire che non lavoro, e non... non guido la macchina, non vado in giro in macchina, non tocco i soldi, non accendo il forno, e di sicuro non gioco a bowling!
DONNY: Ehi!
WALTER: Shomer shabbas!
DRUGO: Walter, allora io come faccio?
WALTER: Sono un osservante del sabato!
DRUGO: Basta, porca puttana, me ne vado!"

"Il Grande Lebowski" - 1998

Io adoro il sabato. Soprattutto qui in Inghilterra. Soprattuto oggi. E probabilmente il giorno della settimana che più si avvicina alla concezione del Nirvana. Isolato dal resto del ciclo lavorativo dal venerdì sera e dalla domenica. Io adoro e osservo il sabato.

sabato 5 novembre 2011

Remember, remember, the fifth of November...

 "Remember, remember,
  the fifth of November,
  Gunpowder, treason and plot.
  I see no reason
  why Gunpowder treason
  Should ever be forgot!"


Auguro a tutti una buona Bonfire Night! Salute e Pace.