martedì 24 aprile 2012

La pioggia nelle Docklands

Piove, piove, piove, piove, continua a piovere. E sono passati giorni oramai, giorni in cui tira giù almeno tre volte a giornata, con sessioni regolari di quaranta minuti di pioggia.
Non vedevo piovere così tanto qui a Londra da Ottobre. Forse da Settembre. Forse da mai.
Perchè Londra, a dispetto della brutta fama che ha, non è una città piovosa. Milano, per fare un esempio, è una città piovosa. Londra invece è più una città da cattivo tempo, con lunghe giornate di vento freddo e nuvole che possono dare spazio, nel pomeriggio, ad ondate di sole violento.
Così, a puffo
.
Non che ci sia nulla di male, in fondo a me la pioggia piace, soprattutto di notte mentre stai dormendo e c'è questa pioggia che picchietta contro il vetro: l'ho sempre trovato molto piacevole. Quello che invece non ho mai sopportato sono le condizioni disastrose in cui versano le strade nei giorni successivi, con pozzanghere più grandi del lago di Como e con le metropolitane che diventano così sporche e scivolose da essere più letali di un livello di Super Mario.
Surrey Quays in particolare è una zona in cui la pioggia, come qualsiasi altro fattore atmosferico, aumenta esponenzialmente la sua capacità di fare danni e di innervosire la gente. Ma in generale penso che questo sia una caratteristica intrinseca e personale del quartiere e di tutte le Docklands.

L'area delle Docklands è riconosciuta come la parte piu' meridionale dell'East End londinese, praticamente una sorta di linea di demarcazione con South London. Oggi le Docklands non ci passa anima viva, persino auto e mezzi pubblici sono poco frequenti, ma questo non solo nelle zone delle casette a schiera di merda dove vivo io. Un tempo, si parla degli Anni '50, le Docklands erano il cuore pulsante di una delle più vivide zone industriali della città, con intere famiglie che costruivano la loro fortuna sull'incredibile dose di lavoro che si era formata attorno a quest'aria in passato principalmente palustre. In pochi anni la zona era tappezzata di suolo urbano ed era divenuta totalmente autosufficiente cosichè, conclusasi la grande oppotunità dei lavoratori, l'area delle Docklands si svuotò quasi del tutto, ritornando (almeno sulla carta) ad essere una zona abitata da pescatori. Io a Surrey Docks ci ho visto sempre un gran numero di barchette. Di pescatori manco uno.

Non passa nessuno nemmeno nell'area dei Docks, le grosse insenature che poggiano i loro sguardo verso l'insenatura artificiale del Tamigi. Da quell'area così pittoresca e particolarmente fredda si può andare a vedere di notte il fiume, se si ha voglia di passeggiare, per controllare a che altezza l'ha portato la marea e se si è  portata via la spiaggia e i ponteggiati.
E la cosa magica e meravigliosa di quella brancia di fiume, di notte più che di giorno, è vedere l'immensa area degli uffici di Canary Wharf, il cuore di East London, che si specchiano nell'insenatura con le loro luci elettriche multicolori. A me hanno sempre ricordato alcune scene di Watchmen, come una sorta di piccola Manhattan le cui luci si moltiplicano a contatto con l'acqua.

Questo è una dei tanti aspetti pittoreschi dell'area di Surrey Quays e di Rotherite, accompagnato da altri aspetti magari meno pittoreschi come l'umidità quasi inumana e l'eccesivo grado di sporcizia che infesta la zona, buona parte di esso proveniente dall'area commerciale del grande centro commerciale Tesco, dei vari Pizza Hut ed Odeon e dei parcheggi sempre semivuoti che puzzano di erba vecchia e spazzatura. Non c'è davvero anima viva nelle Docklands, solo qualche odiato scoiattolo paraculo.
Però c'è una volpe, una volpe che girovaga per le strade come uno spettro, schizzando tra le strade e il parco senza darsi pace. E' magra come un osso e fino a pochi mesi dubitavo perfino della sua esistenza, pensando si trattasse di un allucinazione dei più.
Poi qualche settimana fa iniziai ad adocchiare anch'io un orecchio e un pezzo di coda, e pensai ad un allucinazione del sottoscritto. E infine iniziai a farci l'abitudine. Vedevo passare per le strade questo fantasma, questo abitante della natura cinico, disinteressato e visibilmente scazzato che se ne andava in giro sull'asfalto con pezzi di cibo rubato in bocca. Una volta la beccai che trasportava un odiato scoiattolo paraculo. Sò soddisfazioni.

Questa benedetta pioggia non accenna diminuire. Speriamo non si faccia ritrovare qui domani mattina. Che coglioni.

6 commenti:

  1. la volpe rachitica che termina lo scoiattolo paraculo ha indiscutibilmente alzato il livello poetico di tutto il post nel suo complesso... ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Blogger non connesso24 aprile 2012 alle ore 14:25

      E' stato una scena molto epica. Ma non piu' epica dello scontro volpe/pantegana di questa mattina. :D

      Elimina
  2. uno dei piu poetici... Mi piace assa!

    RispondiElimina