lunedì 7 maggio 2012

Fogli Sparsi #4: L'estinzione di una lingua.

E molto facile parlare di "estinzione di una specie". E' qualcosa su cui si dibatte molto, nelle scuole e negli articoli di giornale, una fobia comune di cui la gente è comunemente a conoscenza, con gli esempi standard del Dodo o del tilacino, il lupo marsupiale australiano. E al giorno d'oggi è sempre consuetudine sentir parlare di grandi manovre per soccorrere e salvaguardare le specie a rischio, per impedire che esse spariscano dalla faccia del nostro mondo.
Quello di cui è meno consuetudine parlare è l'estinzione di lingua, invece.

Prendiamo per esempio la lingua Nivkh, lingua paleosiberiana di una tribù che vive nella parte più orientale della Siberia. E' una lingua dura, difficile, priva di un alfabeto e quindi di una versione scritta. Una lingua estremamente articolata persino quando si tratta di numeri: basti pensare che a seconda di quale sia il soggetto della questione (barche, sci, giare di coccio, pesci essiccati) esistono per lo meno ventisei modi diversi di contare.
Non è c'è da stupirsi, quindi, se al giorno d'oggi il 90% della popolazione Nivkh preferisca parlare in russo ed usare l'alfabeto cirillico. Un processo che semplifica di molto la comunicazione, ma che sta portando anche questa lingua nella lista di linguaggi in serio pericolo di estinzione.
E non è l'unica.

Quello della scomparsa delle lingue è un processo inesorabile e inaspettatamente veloce: molti linguisti credono che per la fine del secolo per lo meno metà delle lingue del mondo saranno scomparse.
Del resto, per fare un paragone, le 80 lingue predominanti al mondo sono parlate circa dall'80% della popolazione mondiale, mentre più di 3600 linguaggi e sottolinguaggi appartengono solo ad uno 0,2% della popolazione ciascuno. Una proporzione troppo esigua per rimanere a vita a lungo nel mondo moderno, fatto di comunicazione istantanee, reti internet, messaggi per la massa.
Le pressioni dell'economia fanno sì che anche le piccole comunità, rimaste isolate per secoli con la loro cultura e la loro tradizione rimangano travolti dalle necessità del mondo moderno: i figli che si troveranno a dover imparare sia la loro lingua che l'inglese, il francese o il russo si accorgeranno presto di quanto questa seconda lingua sia più utile e più semplice, perché parlata nelle scuole e alla TV. Questo sta a significare che la loro lingua madre andrà inesorabilmente in contro alla morte.

Lingue, gesti e rituali, tutti sono ricollegati alle tradizioni degli uomini, tradizione che possono essere mutare, perdere di importanza e morire per lasciare spazio a costumi più semplici e adeguati. E con la morte delle tradizioni, svaniscono anche le tracce nella memoria, e anche se qualcuno salvasse le ultime parole di un anziano eschimese su un qualche catalogo scientifico, questo non salverebbe la sua lingua dallo scomparire dalla faccia della terra, ponendo fine alla sua storia.

Concludo con un passo tratto da American Gods:
"Alcuni guerrieri avrebbero voluto prendere gli oggetti sacri, rubando gli dei del Popolo Originario e assorbendone il potere, ma altri si opposero, dicendo che avrebbe portato soltanto sfortuna, scatenando le ire dei loro dei (perchè questi erano i membri della tribù dei corvi, e i corvi sono divinità gelose).
Così gettarono tutto in un profondo dirupo e portarono con se i sopravvissuti del Popolo Originario nel loro lungo viaggio verso il sud. Le tribù dei corvi e le tribù delle volpi diventarono ancora più potenti in quella terra e ben presto Nunyunnini fu completamente dimenticato."


Materiale liberamente tratta dall'articolo "The languages of extinction: the world's endagered tongues" dell'Indipendent.

 

6 commenti:

  1. Per non parlare dell'effetto internet, e dell'omologazione giovanile... Evoluzione, ebbene sì... Per lo più involuzione, ma lasciam perdere, ne ho parlato un pò in un pensiero sui memès sul mio blog, se ti può interessare dacci un'occhiata :D

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  2. Un articolo sui memes? Oh bene! Gli daro' uno sguardo.

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  3. [globalizzazione]....in futuro . arriverà un giorno in cui, cinesi e americani si scontreranno..... inglese e cinese.. gli ultimi 2 linguaggi rimasti... sarà una guerra (verbale) epica.... una guerra a cui purtroppo non potremo assistere.. ... ....

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    1. Non sono sicuro che Inglese e Cinese rimmarranno le uniche due lingue parlate al mondo...e anche se fosse, il mondo e troppo grande, finirebbero per scindersi in nuovi dialetti e forme linguistiche...

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    2. ricorda che il prevalere di una lingua su un'altra non è questione di praticità, di semplificazione e nemmeno di una migliore comunicazione (almeno tra parlanti di una stessa comunità); questi motivi possono portare al cambiamento linguistico non alla cancellazione di una lingua. Ogni dialetto funziona perfettamente come una lingua: attraverso di esso si possono esprimere tutti i concetti possibili con la stessa efficacia. La scomparsa di una lingua è un fatto POLITICO! quale è d'altronde la differenza tra lingua e dialetto se non questa... P.s: devo ammettere che mi garba la tua riflessione, non la condivido per niente nelle conclusioni, ma lo spirito quello si.
      vomitosupremo

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    3. Lietissimo che tu non la condivida, vuol dire che qualcuno ha un parere differente dal mio e ne sono anche molto felice! Hai ragione sul fattore politico, ma rimango dell'idea che anche quello sia derivato da necessità ed interessi personali.

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