La dipendenza da Coca Cola (Tratto da una storia vera)

C'era una volta un giovane ragazzo di bell'aspetto, di solida levatura intellettuale e soprattutto dalla grande fantasia (che gli permetteva, tra le altre cose, di sparare in alto riguardo le sue due prime connotazioni). Il giovane bellimbusto dalla folta chioma che folta non era, perché si era dovuto rapare quasi a zero per permettere di farli tornare folti dell'inverno, era arrivando galleggiando nel bel bel dì una ridente metropoli urbana pseudo-europea. Una città colorata e da una vasta ed incredibilmente varia gamma di abitanti, tra cui i barboni intermittenti, i tabacchini turchi che cercando di trovare ogni modo possibile di infilarti qualcos'altro nella busta della spesa e sopratutto le simpatiche vecchine della porta accanto consumatrici di crack.
Ed è proprio in questa ridente metropoli dall'atmosfera tossica che comincia l'avventura del nostro eroe. Un eroe armato di un unica e potentissima arma: una bottiglia di Coca Cola da due litri.

Qui Radio Londra. Tutto bene sul Fronte Settentrionale, nessun ferito.
Se c'è una cosa che proprio non mi aspettavo, per lo meno di Ottobre, era l'incapacità di gestire un blog.
Oddio, non che mi aspettassi nemmeno l'incapacità di gestire diverse parte della mia vita. Un fenomeno bizzarro.
Ci sono nuove prospettive, nuove forme di responsabilità, nuovi ostacoli da superare. Si spera che entro la fine della settimana prossima si riesce a comprare una Playstation così si annega tutto in una bella partitona a Borderlands.

"Vedete questa? E' una macchina per le stampe ad irradiamento. Emette 100 unità di luce ultravioletta, cioe raggi UV. E per chi se lo stesse chiedendo no, non è quel tipo di raggi UV con cui ci si abbronza d'estate. Piuttosto è quel tipo di raggi UV con cui ci si procura un simpatico cancro alla pelle." - Il mio professore di stampa.

La pressoche totale mancanza di idee e di voglia si è manifestata praticamente da un giorno all'altro, come una malattia troppo inutile od imbarazzante per poter anche solo parlare di una cura. Uno scherzo, una pausa di riflessione. "Domani starai meglio", dicono. Son contento. Per loro, che hanno queste certezze assolute sul campo dell'architettura dell'universo. Io per ora mi sento come un autostoppista nel bel mezzo del deserto

A questo proposito le avete viste le iconcine nuove che si possono mettere nei commenti su Facebook? Ma quanto sono inutilmente adorabili? 42.

Fatto sta che, in tutta quanta questa polverosa confusione, c'è una costante, un luogo di rifugio: un bottiglione di Coca Cola. Sono arrivato ad avere, nella data di martedì scorso, la bellezza di tre bottigliette da mezzo litro nello zaino, una bottiglia da 1 litro e mezzo nella busta della spesa e un bel bottiglione ciccioso da due litri nel frigorifero, per i momenti critici.
Non c'è praticamente niente che la Coca Cola non possa fare: alleviare la gastrite, allietare  il mal di gola,smorzare lo stress o far tornare il buonumore. Che poi sia esso estremamente effimero e momentaneo è un altro discorso.


Non è un giovedì pomeriggio se non si prende la copia di Shortlist con l'ultimo articolo di Danny Wallace. Enno.

Nel frattempo poi hanno cambiato sede a fin troppi negozi di videogame, le metropolitane sono sempre più incasinate e io sono un po confuso. Giusto un po.
Quattro giorni fa mancavano 72 giorni alla fine del mondo. Vedi che Assassin's Creed te lo insegna qualcosa? E' una cosa che ti rende curioso e attento al mondo circostante.

Realizzo solo ora che non c'è più nemmeno un goccio di Coca Cola in casa. Urlo e poi vabbè, ci metto una pietra sopra e vado a dormire. Un saluto a tutti.

P.S. La coppia della casa accanto se ne è appena uscita con un orgasmo da 3 minuti e 20 secondi svegliando l'intero vicinato e rendendomi anche piuttosto nervoso. Mannaggia.