"Quanto vuoi davvero essere un supereroe?"
A San Francisco, nel 1966, il gruppo dei vigilanti noti come Levellers, nati dalla controcultura figlia di quegli anni, si mostrano agli occhi del pubblico e dichiarono di voler liberare il mondo dall'oppressione delle forze dell'ordine e delle vecchie istituzioni burocratiche, proclamando la lotta contro la guerra e la violenza.
Attraverso quarant'anni di storia il gruppo si espande, divenendo una solita e potente società, la Front Line che gestisce l'economia e la politica interplanetaria, assicurando pace e prosperità al mondo impedendo la nascita di guerre e prevenendo catastrofi ambientali.
Ma proprio in quella che sembra essere la loro fase di massimo splendore, alcuni membri della Front Line muoiono brutalmente in alcune situazioni misteriose.
Il leader del gruppo Carrick Masterson, superumano immortale nonchè uomo più potente del pianeta, decide quindi di cercare nuovi membri per la sua grande rete di collaboratori, e trova un candidato perfetto in Josh Carver, un giovane vigilante urbano, il cui unico apparente desiderio nella vita è quello di diventare un supereroe.
Masterson offre a Carver la possibilità di assumere un pasticca di FX7, la potente droga che agisce sul corpo e sulla mente donando poteri metaumani, e che è alla base della potenza della Front Line. Ma ci sono delle controindicazioni: l'effetto della droga è imprevedibile e può avere dei terribili effetti collaterali.
Inizia così per Carver il processo di trasformazione in superumano, un processo che si rivelerà essere un vera e propria discesa nel follia e nel dolore...
Con No Hero Warren Ellis si dedica nuovamente a uno delle sue tematiche preferite: la rivisitazione della figura del supereroe in chiave decostruttivista e cinica. I super di Ellis sono creature egoiste, che abbandonano abbastanza in fretta il concetto di morale per assecondare il loro egoismo, mettendo spesso in secondo piano la sicurezza della popolazione e che indossano il mantello solamente per il proprio tornaconto personale.
Dopo il suo ciclo di Authority e la serie Planetary, anche nelle testate della Avatar Press Ellis si mette all'opera su alcune storie che rientrano visione distopica del mondo del comic book, come ad esempio Black Summer, la sua prima collaborazione con Ryp, e il controverso quanto affascinante Supergod.
La Front Line infatti non è altro che un organizzazione priva di etica morale che fa della protezione dell'umanità un business, e che non esista ad uccidere politici e figure di rilievo quando necessario per mantenere lo status quo, l'ordine mondiale
Ed in questa condizione di stabilità irreale l'elemento "alieno",che cerca di integrarsi in questo mondo superiore e irraggiungibile portandolo e che lo porterà allo scombussolamento è proprio Josh Carver, che pagherà a caro prezzo le sue scelte e le sue motivazioni personali.
Detto questo, c'è da dire però che No Hero funziona solo in parte, e neanche troppo bene a dirla tutta. L'intera vicenda è si basa sulla preoccupazione di Carrick Masterson, che vuole riuscire tenere saldo il suo impero e proteggere la sua ristretta cerchia di amici, e sul travaglio doloroso di Josh, che dopo aver assunto la droga inizia ad avere terrificanti visioni uscite dal peggior incidente frontale tra un paesaggio di Hyeronimus Bosch e la mente contorta di Lovecraft.
E qui che entra in gioco il tratto realista, carnale e ricco di dettagli dell'artista spagnolo Juan Jose Ryp, che riesce a sbalordire con tre e quattro slash pages fatte veramente coi controfiocchi.
E non solo: la parte finale del volume è ricca di variant cover ed immagini esclusive di Ryp, e anche chi non impazzirà per il suo tratto non potrà che rimanere sorpreso dalla precisione e dal dettaglio che il disegnatore raggiunge in queste copertine (che spesso richiameranno le pose delle copertine di altri artisti come, per esempio, Todd McFarlane).
Tuttavia questo non basta, e di tutto il ben di Dio visivo che la graphic novel ci propone, poco viene relamente approfondito all'interno della storia. Ad esempio i personaggi secondari , come i vari membri della Front Line, appaiono ben poche volte all'interno della storia e non lasciano niente di rilevante nella mente del lettore. Costituiscono più uno sfondo per le vicende e in breve tempo diveranno carne da macello.
Per fare un paragone, in un altro volume di Ellis sempre per la Avatar Press, il buon Ignition City, la storia ci offriva uno spaccato dell'universo in cui essa era ambientata e i personaggi riuscivano, seppur in uno spazio molto ridotto, a esprimere le loro storie in pochi sequenze di dialogo, andando a formare la base solida su cui si basavano tutte le vicende.
Quello su cui invece si concentra maggiormente l'ottica di No Hero è proprio il confronto tra il capo della Front Line e il giovane Carver, uno scontro psicologico in cui solo l'avrà vinta il vero antagonista tra loro due, ma che però fondamentalmente lascia l'amaro in bocca: è impossibile affezionarsi a Masterson, la sua figura è troppo fredda e calcolatrice e non riesce a dare la giusta spinta al motore delle vicende.
D'altro canto Josh Carver, che è il protagonista e quindi il personaggio a cui il lettore dovrebbe sentirsi più legato nel corso della storia, nell'ultimo capitolo si rivela essere nient'altro che una macchietta grottesca usata da Ellis per chiudere in bellezza la storia con un tripudio di scene splatter. Il tutto per dare forza e coerenza a quello che è il già sopracitato tema di fondo: la corruzione e l'inevitabile decadimento dell'ideale del supereroe.
Un tema che purtroppo in No Hero finisce per essere abusato, privo di mordente ed incapace di sorreggere la storia. Una piccola delusione da parte di Zio Warren, colpevole di essersi adagiato troppo sulla spettacolarità e sulla crudezza delle scene d'azione, che a fine lettura lasciano un senso di insoddisfazione e di inconsistenza.
Beh non tutte le cose possono riuscire bene, questo è un caso simile a Micheal Bay che ha fatto film come Armageddon e poi si è sputtanato con Transformers che è basato solo sugli effettoni speciali e storia 0
RispondiEliminaRecensione che mi trova completamente d'accordo. Mi è sembrata una storia di quelle che alla fine ti trovi a pensare scolasticamente "il ragazzo è bravo, ma non si applica". Ci ho visto tanto potenziale sprecato. Però devo ammettere che il twist finale m'è piaciuto.
RispondiEliminaIl twist finale è distorto e crudo al punto giusto, e anche l'ultima sequenza di baloon dell'ultima pagina è molto molto bella. Però in generale l'ho trovata una storia con ben poca sostanza.
EliminaE poi Ryp è affascinante, ma in generale mi piacciono pen altri tipi di disegnatori.