Nei pochi attimi di lucidità che la mia mente concede alla critica e riflessioni, in questi giornate di giugno così sciape e monotone, sono riuscito a formulare una deduzione su uno degli aspetti della mia vita che più di tutti mi sta destando non poca preoccupazioni.
Uno degli aspetti che più di tutti viene pronosticato e maledetto all'interno dei film dedicati ai bambini o che si rivolgono alla fascia infantile è l'incombenza immane della crescita, della maturità e della fine di quell'età che circonda una serie di ricordi piuttosto spensierati, a cui questi film lasciano il monito di rimanere attaccati per il resto della vita.
Enjoy the end of the world! Il canale del giorno, nato semplicemente per ricordarti che anche tu, in fondo, esisti (o forse no?).
venerdì 7 giugno 2013
giovedì 6 giugno 2013
La Mail
E io sono a qui rispondere ad una mail e mi ritrovo in quel momento in cui dovrei iniziare a tirare in ballo una serie di ringraziamenti, di riguardi, di riflessioni interiori e mi accorgo che non ho niente da dire. Non riesco ad andare avanti e concludere sta cristo di e-mail. E mi sale la rabbia perchè mi vien da pensare: cazzo, anche nei momenti più bui e malmessi della mia vita ho sempre almeno avuto la faccia tosta di saper rifilare qualche bel consiglio anche tarocco ma attinente al tema. Anche nell'afosa estate del 2011, o alle due del mattino dopo una sbronza QUALCOSA saltava sempre fuori.
E io sono con almeno tre righe da compilare con con auguri che non conosco e riflessioni su me stesso che non ho, ed è uno schifo.
Ed è lo stesso identico motivo per cui non riesco più a tirare su un blog, a finire un disegno o mettere insieme un pensiero o un discorso decente in cui riesca ad esprimere un pensiero senza dover ricorrere a faccine sorridenti di sta minchia o a qualsiasi forma di linguaggio internettiano che ha avvelenato il mondo ed ha avvelenato me. Ho smesso di comprendermi, e di comprendere gli altri. E' come vivere la propria vita a pezzi.
E se lascio incompleta questa mail anche stasera sarà un monito a questo mio fallimento.
E io sono con almeno tre righe da compilare con con auguri che non conosco e riflessioni su me stesso che non ho, ed è uno schifo.
Ed è lo stesso identico motivo per cui non riesco più a tirare su un blog, a finire un disegno o mettere insieme un pensiero o un discorso decente in cui riesca ad esprimere un pensiero senza dover ricorrere a faccine sorridenti di sta minchia o a qualsiasi forma di linguaggio internettiano che ha avvelenato il mondo ed ha avvelenato me. Ho smesso di comprendermi, e di comprendere gli altri. E' come vivere la propria vita a pezzi.
E se lascio incompleta questa mail anche stasera sarà un monito a questo mio fallimento.
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